Il futuro della sanità tra ospedale e territorio
16.03.2021
Sanità

Il futuro della sanità tra ospedale e territorio

I trend del settore individuano nell’invecchiamento della popolazione – e nel conseguente aumento delle cronicità – la sfida più importante che i sistemi sanitari dovranno affrontare.

Tale sfida è rilevante anche per il SSN del nostro Paese dove l’incidenza della popolazione anziana sul totale è elevata (23% circa di over 65 e 3,6% circa di over 80); ciò si traduce inevitabilmente, a livello epidemiologico, in una costante crescita dell’incidenza di malattie croniche non trasmissibili, così come nel resto del mondo. Il SSN deve quindi orientarsi sempre di più ad una domanda di salute e a bisogni complessi, che necessitano di una offerta di servizi integrati della rete di assistenza territoriale (sanitaria e socio-sanitaria) quale elemento imprescindibile per garantire una risposta assistenziale appropriata ed efficace alle persone.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza indica ora la necessità della creazione e potenziamento dell’assistenza sanitaria e della rete territoriale. Tale processo si potrà realizzare tramite la realizzazione di strutture che siano punto di riferimento di prossimità e punto di accoglienza e orientamento ai servizi di assistenza primaria sanitaria, socio-sanitaria e sociale per i cittadini (Case della Salute). In tali strutture saranno garantiti interventi interdisciplinari attraverso servizi spazialmente contigui ed équipe multi-professionali. Accanto alle Case della Salute e in stretta connessione con esse, il sistema dovrà prevedere la possibilità di prestare le cure al domicilio del paziente, ma perché ciò avvenga è necessaria una riorganizzazione dei servizi di cure domiciliari basata su piattaforma digitale, che renda fruibile soluzioni e strumenti di telemedicina, fondamentali per la presa in carico al domicilio, il monitoraggio e la diagnosi a distanza dei pazienti. Il sistema assistenziale sarà completato da presidi sanitari a degenza breve (Ospedali di comunità) che, interconnessi con il sistema dei servizi sanitari e sociali, svolgeranno una funzione “intermedia” tra il domicilio e il ricovero ospedaliero, sgravando l’ospedale da prestazioni di bassa complessità e riducendo gli accessi al pronto soccorso. Gli ospedali di comunità sono, pertanto, strutture che si pongono ad un livello intermedio per fornire supporto a tutti i soggetti che non hanno necessità di ricovero bensì di un’assistenza e sorveglianza sanitaria che non potrebbero ricevere a domicilio. Queste premesse indicano una strada maestra anche a chi come noi è attivo nel settore dei servizi per la sanità. Non sarà più solo l’Ospedale il destinatario di servizi: è in quest’ottica che Tecnologie Sanitarie già da alcuni anni si è attivata per operare in settori dell’assistenza domiciliare, come la gestione e riqualificazione degli ausili per disabili. Oggi molte realtà e aziende operano nell’ambito dell’assistenza domiciliare o telemedicina ma sempre con prodotti e servizi settoriali e parziali. La nuova sfida sarà vinta da chi sarà in grado di integrare e offrire servizi e infrastrutture complesse in grado di supportare le nuove modalità di assistenza sanitaria al cittadino. Si presenta un quadro molto simile a quello che ha portato in passato alla creazione di realtà come la nostra che fossero in grado di offrire servizi di gestione integrata delle apparecchiature biomediche a fronte di un’offerta frastagliata mono-vendor di più operatori. Tecnologie Sanitarie vuole essere della partita?